La Rhodiola Rosae, conosciuta anche come radice d’oro o radice artica, è stata utilizzata nella medicina tradizionale europea ed asiatica per secoli per le sue eccellenti doti terapeutiche come tonico-adattogeno utile negli stati di stress psico-fisico.
Diffusa nelle regioni subartiche e in quelle montuose di tutta l’Europa, l’Asia e nel Nord-America.
In passato…
Il suo utilizzo come tonico e anti-fatica conosciuto da tempi immemori, è citato nel “De materia medica”, un antico testo medico greco scritto da Dioscoride. Le popolazioni degli antichi Vichinghi la utilizzavano per accrescere la resistenza e la forza fisica, per favorire la determinazione e il coraggio. In Cina ha una lunga tradizione come adattogeno, in Tibet e in Siberia era utilizzata per resistere all’altitudine e al clima freddo. Nel XVIII secolo il botanico Linneo la raccomandava per i suoi effetti calmanti e favorenti l’aumento dell’attenzione.
E oggi?
Oggi l’attività adattogena attribuita alla rhodiola è stata ampiamente confermata da diversi studi e nel dettaglio sappiamo che i responsabili della sua azione sono i principi attivi presenti nella radice e nel rizoma della pianta. I composti farmacologicamente attivi identificati nella radice di rhodiola sono numerosi e includono:
- glucosidi (tra cui rosavina e salidriside)
- acidi organici (caffeico, gallico e clorogenico)
- polifenoli (tannini, acidi fenolici, catechine e proantocianidine)
- flavonoidi
Il principale glicoside fenolico della rodiola è il salidroside, verso il quale vengono generalmente standardizzati gli estratti presenti in commercio.
Questo glicoside è noto anche come rodioloside o rodosina, ed è presente nella radice in concentrazioni variabili dallo 0,1 all’1%.
Altri glicosidi caratteristici ad azione sinergica, sono la rosavina, la rosarina e la rosiridina.
Questi attivi consentono alla rhodiola un azione multi-bersaglio su vari livelli di regolazione della risposta cellulare allo stress, influenzando vari componenti delle reti neuroendocrine, dei neurotrasmetitori (dopamina, serotonina, noradrenalina, beta-endorfine) associate a possibili effetti benefici sull’umore.
Benefici
L’azione antidepressiva della rhodiola potrebbe derivare dalla sua capacità di aumentare i livelli delle beta-endorfine endogene. In particolare la rhodiola sembra avere un impatto positivo sull’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-adrenocorticale che a sua volta modula la risposta allo stress e la capacità del corpo di adattarsi ad esso.
L’azione sulla serotonina pare dovuta all’inibizione dell’enzima deputato all’inattivazione della serotonina e la stimolazione del trasporto del 5-idrossitriptofano, suo precursore, attraverso la barriera ematoencefalica. Il risultato finale è un aumento dei livelli ematici di serotonina le cui funzioni sembrano essere legate al controllo del sonno, umore, memoria, capacità di adattamento, con conseguente miglioramento delle funzionalità intellettuali (effetto antidepressivo, miglior capacità mnemonica e di concentrazione).
Dal punto di vista fisico la rhodiola combatte l’affaticamento, perchè aumenta il tono muscolare e la resistenza dell’organismo, riducendi i tempi di recupero e determinando una migliore performance fisica. Inoltre la sua assunzione favorisce la sintesi proteica e, di conseguenza, la rigenerazione muscolare.
In alcuni studi, la rhodiola ha dimostrato proprietà lipolitiche (stimola le lipasi attive nei tessuti adiposi, favorendo la mobilitazione degli acidi grassi). Inoltre può favorire il controllo e l’attenuazione della fame nervosa e del desiderio compulsivo di carboidrati dovuti a problematiche e motive legate a stress o ansia. Tali azioni ne suggeriscono un possibile impiego in preparati coadiuvanti dei regimi dietetici ipocalorici.
Modalità d’uso e controindicazioni
In commercio troviamo diversi integratori di rhodiola in capsule o compresse e la dose giornaliera può variare in base a esigenze personali, età e peso. La rhodiola dovrebbe essere assunta preferibilmente al mattino e i tempi di assunzione variano da 2 a 3 mesi.
Anche se non ha particolari controindicazioni se usata in modo corretto, è sempre bene ricorrere al consiglio del medico o del farmacista. Il suo utilizzo è sconsigliato nei soggetti colpiti da ipertensione arteriosa e scompensi cardiaci, come pure in caso di esaurimento nervoso in terapia con psicofarmaci (antidepressivi, barbiturici, ansiolitici).