Eccoci qui, di nuovo insieme con dei consigli utili per sopravvivere alla stagione estiva. Questa settimana parliamo di meduse.
Questo esserino meraviglioso attraverso i filamenti dei suoi tentacoli inocula un liquido urticante e dall’effetto tossico che provoca immediatamente una forte irritazione cutanea accompagnata da bruciore intenso, prurito e dolore, fino alla comparsa di piccole vesciche, circondate da un’area arrossata e in rilievo.
Come comportarsi
In caso di incontro ravvicinato con una medusa, è importante innanzitutto non farsi prendere dal panico, a maggior ragione se il contatto avviene al largo. Bisogna tornare a riva continuando a respirare normalmente e sforzandosi di resistere alla tentazione di grattarsi.
- Prima di tutto se alcuni filamenti della medusa restano attaccati alla pelle è necessario evitare che si rompano, perché più questi si rompono più veleno penetra nella pelle, occorre quindi evitare di sfregare la zona interessata.
- È importante lavare accuratamente la lesione, facendole semplicemente colare sopra un po’ della stessa acqua di mare in modo da ripulire la pelle dai residui della medusa e diluire la concentrazione della sostanza urticante. Se alcuni tentacoli rimangono attaccati alla pelle bisogna toglierli con la lama di un coltello, o una scheda plastificata, facendo attenzione a non rompere le vescicole che contengono il veleno.
- Attenzione a non usare acqua dolce o ghiaccio che, al contrario, favorirebbero il rilascio delle tossine. Per eliminare queste ultime non servono neanche disinfettanti come alcol o ammoniaca, che oltretutto possono aumentare l’irritazione.
- Da evitare anche il ricorso al calore (mediante l’applicazione di sabbia e pietre scaldate dal sole, per esempio). Occorrono infatti 40-50 gradi per disattivare il veleno, e in tal caso si correrebbe il rischio di ustionare la pelle.
- Dopo il trattamento con acqua salata, lasciare che l’area colpita si asciughi da sola. Nel giro di una ventina di minuti il grosso della reazione infiammatoria dovrebbe essersi ormai esaurito e la sensazione di dolore bruciante per buona parte calmata. Se resta il prurito, per alleviarlo può essere utile applicare una crema a base di idrocortisone che aiuta anche a curare l’infiammazione.
Fino a completa conclusione della reazione infiammatoria bisogna tenere coperta la parte interessata, evitando l’esposizione diretta al sole. La pelle di questa zona è infatti particolarmente sensibile ai raggi e tende a scurirsi di più, lasciando inestetiche macchie cutanee.
In alcuni casi il veleno è particolarmente potente e può penetrare in profondità, il rischio è che si formino delle bolle che vanno monitorate e se si dovessero rompere controllare che non si formi del pus, indice di infezione batterica. Se questa eventualità si verifica è bene rivolgersi al medico e utilizzare una crema antibiotica per qualche giorno.
Quando il rischio aumenta
In caso di soggetti allergici alla sostanza urticante delle meduse, il contatto può portare a uno shock anafilattico. Attenzione quindi a sintomi come:
- reazione cutanea diffusa
- mancanza di respiro
- pallore
- sudorazione
- nausea e vomito
- disorientamento.
Sono campanelli d’allarme che dovrebbero suggerire di recarsi subito al pronto soccorso per gli accertamenti e la terapia del caso.